Aglaia

Aglaia

L’ampliamento e l’ammodernamento dell’impianto sportivo Lambrone hanno interessato i campi da calcio tutti rifatti in erba sintetica omologati (di cui uno omologato FGIC) e le attività inerenti altre discipline come l’atletica (pista e area lancio peso/giavellotto/disco) e il tiro con l’arco (con una struttura omologata FITArco), un impianto natatorio dotato di una piscina semiolimpionica da 25 metri, di una piscina da 20 metri per le attività di ginnastica in acqua e di una piscinetta da 5 per 6 metri adatta ai bambini (anche appena nati), un centro benessere caratterizzato da una piscina da 200 metri quadrati con giochi d’acqua, solarium, spa, area wellness e area fitness.
All’esterno trova spazio l’area estiva, con una piscina da 600 metri quadrati con scivolo (dotata anche di area idromassaggio e area giochi d’acqua) e una piscinetta con effetto spiaggia degradante. Collegate ci sono le attività di bar e rinfresco. La vecchia club house è stata destinata a spogliatoi e servizi. Completano le dotazioni un campo da tennis e uno da beach volley.
L’intervento complessivo ha riguardato anche la viabilità, con la realizzazione di un ponte in ferro sul fiume Lambro, realizzato fuori opera e poi posato in un’unica soluzione sulle pile in cemento armato predisposte in precedenza e calato impiegando una gru di grosse dimensioni, e la messa in sicurezza della viabilità di accesso al centro.
Il centro sportivo Lambrone è servito da un cogeneratore.

Il padiglione dell’Angola - realizzato per Expo2015 in legno e calcestruzzo - si presentava come una sequenza di volumi ed elementi ben individuabili: la “macchina espositiva”, il corpo di rappresentanza/uffici centrale, il volume di conclusione del palco e dei servizi tecnici e di gestione, il corpo di connessione verticale di rappresentanza (scala principale). L’elemento unificante era il corpo in linea sul lato nord, nel quale si collocavano i sistemi di connessione verticale (scale e rampe) e gli spazi tecnici e di servizio.
Il progetto ha sviluppato l’idea dell’“albero espositivo” che riprendeva, a sua volta, il significato e la centralità dell’“imbondeiro” (baobab) nella cultura angolana: l’albero si trasformava nella struttura portante dell’intera “macchina espositiva”, sorretta da un “castello” centrale composto da quattro grandi pilastri e due potenti travi reticolari di oltre trenta metri.
Nelle piante era chiaramente leggibile l’articolazione dei volumi:
- la “macchina espositiva”, con il percorso espositivo principale, caratterizzata da un grande spazio a tutta altezza;
- il “corpo di rappresentanza/conferenze”, sede degli uffici della Commissione e dello spazio  “mostre/esposizioni temporanee”;
- il “corpo tecnico e del palco”, con gli spazi di gestione e per la stampa, nonché il palco per spettacoli all’aperto;
- il tetto giardino: zona di apprendimento e sperimentazione dell’alimentazione angolana (orti laboratorio e ristorante).
Una grande “quinta scenografica” risolveva il prospetto principale del padiglione come elemento chiave della “comunicazione” verso l’esterno.
Una parte del padiglione è stata smontata e recuperata in Angola per la realizzazione di un museo della cultura angolana.

Il complesso immobiliare è stato realizzato nell’ambito del Piano di Recupero di via Acquanera a Como ed è costituito da quattro edifici di cinque piani fuori terra e da un piano attico ciascuno, per un totale di centoventotto alloggi (mono-bi-trilocale e duplex per i piani quarto e quinto). Le abitazioni al piano terra sono dotate di giardino privato recintato.
Sotto gli edifici è presente un’autorimessa interrata, collegata agli alloggi da ascensori e rampe di scale con vari corselli e centosettantadue box con serranda.
Il complesso è protetto perimetralmente da una recinzione. Gli accessi sono costituiti da due cancelli pedonali per gli alloggi e da un cancello carraio per la rampa box. Gli spazi comuni esterni al piano terra - con finitura in parte a verde e in parte pavimentata - sono fruibili dai condomini.
Il progetto - in classe energetica B - ha prestato particolare attenzione al tema del risparmio energetico. Per l’involucro edilizio è stato adottato il sistema a facciata ventilata, molto performante da questo punto di vista, con impiego di lastre in grès porcellanato posate a fasce in due tonalità di colore. La presenza della tecnologia di teleriscaldamento per l’acqua calda e per il riscaldamento, i cui consumi vengono quantificati singolarmente tramite un modulo contabilizzatore in ogni alloggio, contribuisce ulteriormente al risparmio energetico.

Si tratta di un nuovo edificio a completamento dell’insediamento precedentemente realizzato, composto da altri cinque fabbricati con destinazione laboratori e uffici.
È costituito da quattro piani fuori terra e ogni piano contiene unità immobiliari in duplex, con scale interne per accesso al piano superiore. È inoltre dotato di due piani interrati ad uso autorimesse.
L’architettura richiama gli insediamenti industriali presenti nella zona est di Milano, con grandi vetrate in facciata e murature con mattoni in cotto a vista. L’illuminazione avviene anche dalle grandi finestre che affacciano nel cavedio interno.
La distribuzione ai piani e alle varie unità è stata progettata nella parte interna vuota dell’edificio, con la realizzazione di scale e passerelle in ferro parzialmente coperte con pensiline in vetro.
L’accesso pedonale e carraio all’edificio avviene direttamente dalla via Ripamonti.

Il progetto San Gerardo è costituito da due edifici plurifamiliari e tre edifici monofamiliari. I due fabbricati condominiali hanno dimensioni identiche con tre piani fuori terra e un piano interrato adibito a box.
L’architettura dei manufatti tiene conto dell’ambiente circostante ed è orientata al mantenimento delle tipologie residenziali del quartiere, pur rivisitando le forme e i materiali in maniera contemporanea.
Nella definizione dei corpi di fabbrica, una precisa indicazione è scaturita dall’analisi del luogo. La profondità degli alloggi è stata volutamente ridotta per consentire il passaggio di luce tra il prospetto a Sud (illuminato naturalmente) e quello dirimpetto a Nord, con l’inserimento di grandi aperture per non penalizzare gli affacci (senza sole) ma, viceversa, godere di un’ottima vista panoramica.
L’intervento proposto ha tenuto conto dei fattori di eco-sostenibilità nei materiali impiegati e dell’economicità in termini di fabbisogno energetico. Gli edifici sono in classe A (efficienza dell’involucro, efficienza dei materiali, efficienza degli impianti) e dotati di impianto di ventilazione a doppio flusso con recuperatore di calore. La copertura piana è stata attrezzata con tetto verde di tipo estensivo per ridurre ulteriormente gli apporti solari estivi e ritardare l’immissione di acque meteoriche nel terreno. Un sistema fotovoltaico produce energia elettrica. La struttura degli edifici è completamente in legno.

Albate Centro è un nuovo insediamento costituito da sei palazzine disposte a corte, con quattro piani fuori terra e un piano attico, tutte con destinazione residenziale ad esclusione del piano terra dei due edifici che si affacciano sulla nuova piazza, dove sono state previste attività commerciali.
L’intero complesso immobiliare - in classe energetica A, con utilizzo di teleriscaldamento e requisiti antisismici - è dotato di un piano interrato a destinazione autorimesse.
Nella corte interna è stato realizzato un parco a verde, con percorsi pedonali per l’accesso a ogni singolo edificio.
L’intervento è stato realizzato con un piano attuativo di recupero dell’ex area industriale della tessitura Frey che ha permesso di creare la prima piazza di Albate (le cui dimensioni sono maggiori della piazza del Duomo di Como) e di realizzare settanta posti auto in una zona congestionata dal punto di vista viabilistico.

Il progetto Indipendenza 16 ha visto la ristrutturazione completa di edifici storici posti a Como, in via Indipendenza all’angolo con via Vittorio Emanuele, composti da tre corpi di fabbrica costruiti in epoche differenti con affaccio su un unico cortile interno nel quale sono state ricavate delle autorimesse.
L’intervento è consistito nel rifacimento completo (a volte nel consolidamento) dei solai esistenti posti a copertura dei negozi del piano terra; nel rifacimento di murature, impianti, serramenti con blocchi prefabbricati isolanti; nella coibentazione e nella realizzazione degli isolamenti termici e acustici; nell’inserimento di due nuovi vani ascensori; nel risanamento conservativo delle facciate esistenti con ricostruzione di parti ammalorate e/o danneggiate; nel rifacimento completo della copertura in ferro e legno e di tutte le finiture interne. Gli esercizi commerciali hanno potuto proseguire con regolarità le proprie attività durante il periodo dei lavori.

La struttura di Villa Flori è composta da cinquantadue camere con vista sul lago e da un ristorante posto al piano terra nel parco di proprietà. All’interno del parco è stata ristrutturata anche una villetta indipendente che viene utilizzata come suite.
Gli interventi hanno riguardato l’ampliamento della struttura esistente, nonchè l’adeguamento architettonico, impiantistico e funzionale delle cinquanta camere e della suite, al fine di allineare la struttura ai nuovi standard funzionali e di sicurezza.

Filario Style Hotel è una nuova struttura alberghiera costituita da undici camere superior, due suites e un ristorante con annesse piscina e spiaggia a lago. L’intervento ha permesso di dotare il Comune di Lezzeno di una nuova opportunità ricettiva di alto livello: per le sue caratteristiche Filario Style Hotel rientra nei “Design hotels”.
Nella progettazione è stata posta molta attenzione alla qualità dei servizi offerti, all’alto standard delle finiture e al contenimento energetico. Facciate interamente rivestite con pietra locale, pavimentazione in legno pregiato, arredamento personalizzato, ampie vetrate sul lago… sono alcuni elementi significativi che rendono unica questa realizzazione. Lo scopo era quello di creare un’opportunità per poter godere - nella massima tranquillità e con il massimo confort - le meraviglie che il Lago di Como offre.
Sul retro delle suites trova spazio una palestra attrezzata. Le suites hanno a disposizione una minipiscina ciascuna e un terrazzo con pavimentazione in legno a sbalzo sul lago.
Il complesso non usa gas: la pompa di calore sfrutta l’acqua di lago per riscaldamento, climatizzazione e produzione dell’acqua calda sanitaria (nonché per il riscaldamento della piscina).
Particolare cura è stata posta nell’insonorizzazione acustica e nel contrasto alla dispersione termica.

 

L’intervento sull’Hotel Palace - inserito nel condominio Plinius (che in parte è residenziale e in parte adibito a ricettività) - ha comportato lavori di ristrutturazione interna del primo e del secondo piano, destinati ad ospitare le camere, per un totale di sessantadue unità. L’intervento - che ha pure riguardato porte, serramenti, impianti tecnologici e bagni - ha inoltre consentito di dotare l’hotel di tutti i requisiti acustici e termici richiesti dal suo livello. I lavori sono stati eseguiti in tempi molto ristretti nel periodo invernale, garantendo l’operatività della struttura.

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