Il padiglione dell’Angola - realizzato per Expo2015 in legno e calcestruzzo - si presentava come una sequenza di volumi ed elementi ben individuabili: la “macchina espositiva”, il corpo di rappresentanza/uffici centrale, il volume di conclusione del palco e dei servizi tecnici e di gestione, il corpo di connessione verticale di rappresentanza (scala principale). L’elemento unificante era il corpo in linea sul lato nord, nel quale si collocavano i sistemi di connessione verticale (scale e rampe) e gli spazi tecnici e di servizio.Il progetto ha sviluppato l’idea dell’“albero espositivo” che riprendeva, a sua volta, il significato e la centralità dell’“imbondeiro” (baobab) nella cultura angolana: l’albero si trasformava nella struttura portante dell’intera “macchina espositiva”, sorretta da un “castello” centrale composto da quattro grandi pilastri e due potenti travi reticolari di oltre trenta metri.Nelle piante era chiaramente leggibile l’articolazione dei volumi:- la “macchina espositiva”, con il percorso espositivo principale, caratterizzata da un grande spazio a tutta altezza;- il “corpo di rappresentanza/conferenze”, sede degli uffici della Commissione e dello spazio “mostre/esposizioni temporanee”;- il “corpo tecnico e del palco”, con gli spazi di gestione e per la stampa, nonché il palco per spettacoli all’aperto;- il tetto giardino: zona di apprendimento e sperimentazione dell’alimentazione angolana (orti laboratorio e ristorante).Una grande “quinta scenografica” risolveva il prospetto principale del padiglione come elemento chiave della “comunicazione” verso l’esterno.Una parte del padiglione è stata smontata e recuperata in Angola per la realizzazione di un museo della cultura angolana.